Bio

Il mio nome, se siete arrivati sin qui, probabilmente lo conoscete già. Quindi passiamo oltre!

Quindi passo alle altre cose…vediamo, sono nato nel 1975. Un buon anno visto che i Genesis fecero uscire “A Trick of the Tail” nonostante l’uscita di Peter Gabriel. Perché, nonostante tutti dicano che “A Trick” è troppo commerciale… secondo me è un disco stupendo. I critici musicali sono spesso incontentabili: se fai tutti i dischi uguali dicono che non ti rinnovi, se prendi spunti da maestri (seppure illustri) dicono che sei derivativo, se provi a vendere qualcosina in più semplificando le tue scelte dicono che ti sei venduto, che hai preso una strada involutiva.

Ecco, invece secondo me “A Trick of the Tail” difetti non ce n’ha. E basta.

Comunque, tornando a noi, quando avevo dieci anni i miei genitori pensarono che dovevo imparare a suonare uno strumento… e mi iscrissero a un corso di musica, durante il quale in teoria avrei dovuto imparare a suonare le tastiere. E che invece (purtroppo) mi fece venire una orchite tremenda (a furia di imparare canzonette pop brutte… tipo “La Gatta” di Gino Paoli) e un senso di insoddisfazione ancora più insopportabile, poiché le lezioni erano collettive e usavamo delle “diamoniche” come strumenti. Io avevo una Suzuki (davvero, quella delle moto!!!) a fiato che ancora oggi conservo, i più evoluti avevano una Casio elettronica a batteria!

Comunque sia, debuttai “dal vivo” in televisione, su TVR Teleitalia (una onesta tv privata che ancora oggi esiste) suonando in un gruppo di musica di insieme “La Piccola Canzonetta” di Mozart. Mica cazzi. Quella che fa “Do-Do-Sol-Sol-La-La-Sol-Fa-Fa-Mi-Mi-Re-Re-Do”.

Vabbè…erano altri tempi e il concetto di scuola di musica era un po’ diverso da oggi, evidentemente.

Comunque sia non ressi il colpo e l’anno dopo, con capricci orribili, decisi che la musica non mi avrebbe più interessato. Senonché alle scuole medie il mio prof di educazione musicale credette bene di affidarmi (vista la mia voce allora evidentemente intonata) le parti soliste del coro della scuola A. Paoli di Signa. Che ci volete fare? MI tornò in un microsecondo la passione per la musica, ma solo cantata per fortuna! :-) E iniziai ad ascoltare le big voice che allora andavano per la maggiore in casa mia: Antonello Venditti, Phil Collins, Elton John, Peter Gabriel e Vasco.

Alle scuole superiori (il mitico Liceo di Scandicci, sì quello che allora non aveva nemmeno nome ed aveva sede in un condominio) conobbi alcuni aspiranti musici alla “prima esperienza”. Erano Lorenzo e Marco (tastiere), Stefano (batteria elettronica), Francesco (sound engineer) e Iacopo (chitarra acustica e voce). Non erano in classe con me, ma avevamo evidentemente la stessa attitudine al cazzeggio “musical-popolare”. Loro stavano lavorando a un progetto davvero interessante: produrre una cassettina con canzoni famose a cui cambiavano il testo per pigliare per il culo in nostri professori. Mi dissero che avevano bisogno di una voce aggiuntiva per il gruppo (che si chiamava “Sun’s Sons”, poi mutuato in “Buckshots ‘n’ Gillyflowers” con cui volevano pigliare per il culo pure nell’ordine: i Gun’s ‘n’ Roses, i “mafiosetti” del sistema scolastico e pure i socialisti…un po’ troppo, no?). Oggi avrei detto che piuttosto mancava loro un bassista :-) , comunque sia accettai con entusiasmo… e il progetto produsse ben due cassettine (“Cavedano” e “Scandicci 50018″) con le quali raggiungemmo il nostro massimo successo discografico (ad oggi): ben 500 copie vendute. Ma sopratutto facemmo incazzare come iene un sacco di gente che venne citata nelle canzoni.

Per fortuna usammo dei nomi finti nei credits. :-)

La parte divertente e aneddotica finisce qui cari miei lettori. Perché dopo questa parentesi goliardica, il gruppo andò avanti senza di me (per un banale screzio tra liceali) e io mi misi in testa di ripartire da zero. Coi miei potenti mezzi di allora (una batteria elettronica Yamaha DD12…guardate pure in fondo alla pagine di che balocco sto parlando, e un organo elettronico Bontempi, che se ce lo avessi ancora sarebbe un oggetto moooolto vintage!) re-imparai i rudimenti della musica suonata.

Poi convinsi con promesse a sangue i miei genitori a prendermi una tastiera un pelino più seria (Yamaha PSR 510) e poi un synth Roland XP10. Con questi catafalchi realizzai un po’ di cassette demo contenenti tutti pezzi miei (più una cover degli Alan Parsons Project…ma non era Mammagamma!), e finalmente un cd che conteneva i miei primi esperimenti con la sincronizzazione e la programmazione MIDI. Il disco si chiamava “EAR” (cioè Elements of Action and Reaction) e alcuni pezzi erano (e sono) buoni, altri decisamente no…

Nel frattempo, non si sa come (anzi si sa…grazie a una uscita serale al mare), ri-incontrai Lorenzo e Stefano e nacquero i Morphosys. Una band della quale resta un demo su cd (con alcuni pezzi buoni…altri decisamente no!) e un live a Ponte a Signa fissato su VHS .

L’università (scelsi, in un momento di completa follia, Ingegneria Informatica) portò con sé un sacco di rotture di coglioni, e purtroppo molto poco tempo dedicato alla musica suonata. Però molto più tempo dedicato alla musica ascoltata. Visto che studiavo col sottofondo musicale iniziai ad ascoltare musica strumentale (New Age inizialmente, poi Tangerine Dream e Brian Eno…eccheccazzo!) e complessa (new prog rock e fusion, su consiglio principalmente di Fabiano, il bassista dei Morphosys).

Dopo la laurea  e varie peripezie personali che per alcuni anni mi allontanarono ancora di più dalle sette note, un giorno cruciale comprai una nuova tastiera workstation. Anzi, secono me quella che è tuttoggi LA tastiera workstation: una Korg Trinity. E subito dopo un Roland JD800.

Con questi due aggeggi e un minidisc recorder a quattro tracce realizzai prima un cd di cover italiane nel quale tornai  a cimentarmi anche alla voce (con alcuni buoni risultati e altri decisamente no…), e poi “The Rebirth”, un cd di musica scritta da me (con molta elettronica ma anche con molto pianoforte, nonostante quel suono così pulito mi faccia sempre un po’ di paura quando lo devo usare!) nel quale raccontavo, in una sorta di concept, la mia “rinascita musicale” ma sopratutto la mia rinascita da un periodo personale difficile.

Questo ad oggi (è fine 2012, della serie che tra qualche giorno secondo i Maya dovrebbe finire il mondo :-D ) è il mio ultimo lavoro solista, anche se in cantiere da molto tempo (pure troppo!!!) ho ben due cd: uno in stato di lavoro davvero molto avanzato (“Eve”, un concept elettronico basato su un racconto di fantascienza che scrissi tanti anni fa) e un altro che, partito pian pianino da un sacco di “rimasugli prog” che avevo nella testa… sta prendendo sempre più corpo. Il titolo di lavoro da qualche anno è “Clessidra”…ma se mi consoco bene anche questo cambierà un bel po’ di volte prima della fine! :-)

Inutile dire che l’informatica, i software synth e (sopratutto) la sempre maggiore potenza dei computer unita al sempre minore costo delle attrezzature mi stanno permettendo da qualche anno un approccio sempre meno “improvvisato” e molto più immediato nella registrazione e nell’ arrangiamento dei pezzi. E quindi una maggiore libertà creativa, e molto più tempo dedicato alla composizione piuttosto che alla registrazione/missaggio ecc. (che in fondo mi hanno sempre fatto due palle così!). Questo concetto di “informatica usata per la composizione” sto tentando di portarlo in giro da un po’ di tempo con i miei seminari di “Musica a Bassa Produzione”. Una sorta di risposta critica a chi pensa che la musica sia ancora un business per vecchi produttori micragnosi, mecenati mercenari, mercanti da strapazzo e case discografiche del cazzo.

La mia “rinascita musicale” (scusate, ma mi piace troppo chiamarla così…) non sarebbe stata completa senza i miei due ultimi gruppi: gli Entwined (in cui ho incontrato per la terza volta Lorenzo, passato ormai stabilmente alla chitarra da un bel po’… -devo dire con grandissimi risultati!- e per la seconda volta Fabiano) con cui ho suonato gothic prog metal fino al 2010, e la DSB (acronimo di Double Side Band) con cui continuo tuttora a portare in giro una salsa di progressive rock classico, new prog, jazz, blues, samba…e un sacco di altri generi! :-)

Da questa rinascita (e vabbè dai…) non mi sono più voluto fermare (né ho intezione di farlo mai), per vari motivi: il primo è perché chi si ferma è perduto, il secondo è perché alla musica devo davvero tanto. Perché nei giorni più bui di tanti anni fa lei c’è sempre stata, mentre tante persone in cui credevo no. Il terzo motivo (che forse è quello più importante) è perché se dentro c’hai una passione forte, per quanto tu cerchi di soffocarla o gli altri tentino di sminuirla e/o abbatterla… stai tranquillo che tornerà a voler uscire fuori in modo ancor più deciso. In culo a tutto e tutti.

E poi perché, vista la situazione italiana e mondiale in generale,  “qui per sognare mi tocca dormire… o come sempre suonare suonare”. :-)